GAGLIARDETTO DELLA VECCGIA GUARDIA DI ROMA
FRONTESPIZIO DELLO SPOARTITO MUSICALE DELLA VECCHIA GUARDIA
SQUADRISMO TOSCANO
(Gigi Salvagnini, “Storie, miti e
leggende del fascismo valdinievolino 1919-47”, Firenze 2004)
il 30 novembre 1922, venne stabilito che ogni città o paesino dovesse istituire un viale o un parco della Rimembranza, con un nuovo albero per ogni caduto della città durante la Grande Guerra: poco dopo il numero venne esteso a tutti i "martiri fascisti
MARCELLO VACCARI PARLA ALLA FOLLA DAL CORNICIONE ESTERNO
DEL PALAZZO IN OCCASIONE DELLO SCOPRIMENTO
DELLA LAPIDE AI CADUTI FASCISTI DI LIVORNO
Marcello Vaccari, vero animatore
del Fascio di Livorno e Comandante delle squadre d’azione. Tenente degli Arditi
e medaglia d’oro, fu protagonista indiscusso della vigilia rivoluzionaria
livornese, ferito, arrestato e sempre in prima linea. Dopo la Marcia, fu uno
dei Prefetti nominati da Mussolini per fascistizzare quella giolittiana
categoria. Aderì alla R.S.I.
CASTELFIDARO-CELANO-CINISELLO BALSAMO-CONCORDIA
CALTANISETTA-CANICATTOI-CARPI-CASTELNUOVO SCRIVIA
LAMBRATE (MI)-LIVOENO-LORETO-MANTOVA
POZZALLO (RAGUSA) PENNE (PESCARA) ROMA VILLA GORI- SAN SEVERO (FG)
SANTA MARIA A MONTE-SORANO (GR)-TEMPIO PAUSANO-TORRICELLA PELIGNA
TRIESTE COLLE DI SAN GIUSTO-VILLA SANTO STEFANO
A raccontare questa storiella è un quindicenne, ospite di un collegio per orfani di guerra, che, quando e come può, si unisce agli squadristi della sua cittadina, che vede come continuatori dell’opera del padre. Ma non solo in questo le sue idee sono ben chiare:
“Quei pochi sovversivi non hanno aspettato che gli si arrivasse addosso coi legni e coi pugnali, si sono dispersi subito, strillando, per le vie, meno uno, che era un pò troppo grosso, un tipo come il vice-rettore, che si è fatto prendere prigioniero.
Aveva un po’ di paura a trovarsi in mezzo a noi; ci ha dichiarato subito che lui non era un socialista, né un comunista, né un anarchico, ma un liberal-democratico, un buon Italiano seguace di Giolitti, patriota, anche se di idee diverse dalle nostre, e che si era trovato proprio per caso in mezzo alla sparatoria.
La pancia da liberale, infatti, l’aveva bene, e anche la faccia, e la bombetta sul cranio, ma dopo, quando lo abbiamo requisito perché ci facesse da guida per “visitare” la Camera del Lavoro, tutta deserta, a volte ci è parso che fosse un po’ troppo pratico di quei locali, per essere soltanto un liberal-democratico! Del resto, ...i liberali son molto più schifosi dei comunisti !"
(Guido Strumia, Venti su un autocarro, Vercelli 1941, pag. 71
BOLOGNA - OTTOBRE 1936 TUMULAZIONE DEI MARTIRI FASCISTI ALLA CERTOSA
Elenchi dei caduti bolognesi della "rivoluzione fascista"
- Augusto
Baccolini morì a Modena il 24 gennaio 1921, in uno scontro con gli
antifascisti. É citato da Chiurco.
- Giuseppe
Barnabà morì il 23 novembre 1921 a Casona di Castel S. Pietro Terme «in un
agguato tesogli di notte dai socialcomunisti».
- Teodoro
Bencivenni morì a Bologna il 12 agosto 1922 «colpito da mano assassina».
- Ferdinando
Brazzi morì il 5 settembre 1921 a Mezzolara (Budrio) «con un colpo di pistola
sparatogli a bruciapelo sulla fronte».
- Ernesto
Cesari. Questa la motivazione della morte avvenuta il 24 dicembre 1921 a
Bologna: «Sorpreso in un locale pubblico da una irruzione di sovversivi che
volevano vendere dei loro giornali, reagì con altri camerati ai propositi degli
avversari, e affrontatili sulla strada fu colpito da una scarica...».
- Emma
Gherardi. Il 29 agosto 1921 fu uccisa da alcuni antifascisti a Castiglione de'
Pepoli dove si trovava in villeggiatura con la famiglia.
- Giulio
Giordani fu «vigliaccamente ucciso» il 21 novembre 1920 nell'aula del consiglio
comunale di Bologna. In quel giorno avrebbe dovuto insediarsi la seconda
amministrazione comunale socialista di Bologna, uscita dalle urne con il 58,2
per cento dei voti. Quando le squadre fasciste guidate da Arpinati assalirono
Palazzo d'Accursio, si ebbe una strage. Nella piazza caddero dieci lavoratori.
Si sparò nell'aula del consiglio e Giordani fu ferito mortalmente.
- Ferdinando
Giorgi morì a Bologna l'8 agosto 1922 «Colpito a tradimento da mano assassina».
Mentre si trovava con altri davanti a un bar in via del Borgo, fu ucciso da due
sconosciuti. La polizia non riuscì ad accertare l'identità degli sparatori. É
citato da Chiurco.
- Natalino
Magnani morì a Ferrara il 20 dicembre 1920, durante lo scontro tra fascisti e
antifascisti davanti al Castello Estense. É citato da Chiurco.
- Romolo
Mellini morì il 28 agosto 1921 a S. Giovanni in Persiceto «in un agguato
tesogli dai comunisti». Per la sua morte, il 3 luglio 1922 l'antifascista
Augusto Marchesini fu condannato a 1 anno e 11 mesi.
- Sebastiano
Monari morì il 18 maggio 1921, per le ferite riportate . Il 14 maggio a Sala
Bolognese un gruppo di antifascisti che stava distribuendo stampati elettorali
fu aggredito da alcuni fascisti. Nello scontro a fuoco che seguì, riportò una
ferita mortale. É citato da Chiurco.
- Leo Mongardi
fu ucciso il 7 aprile 1923 mentre stava staccando dai «muri delle case dei
manifesti sovversivi».
- Clearco
Montanari morì a Cesena il 30 ottobre 1922 «in una imboscata tesagli da
repubblicani e comunisti». É citato da Chiurco.
- Francesco
Nanni il 24 luglio 1921 a Imola perse la vita «in seguito ad un agguato
premeditato». Secondo la versione della polizia e dei giornali, con altri
fascisti era entrato in un'osteria in via Campanella a Imola.
- Angelo
Pelliconi morì il 12 novembre 1924 a Imola dopo essere stato «proditoriamente
colpito da un noto comunista». Il 7 era stato ferito a colpi di pistola da
Giacomo Conti.
- Amedeo Salvi
morì a Camugnano il 19 ottobre 1924 «proditoriamente ucciso da un comunista in
agguato». Il Salvi morì e il giorno dopo - come risulta da un rapporto della
polizia.
- Silvio
Sammarchi il 2 settembre 1922 morì a Castiglione de' Pepoli «in un agguato tesogli
dai sovversivi». Dai giornali e dai rapporti della polizia risulta che
unitamente ad altri squadristi si scontrò con alcuni antifascisti, uno dei
quali lo colpì con un pugnale.
- Luigi Santini
«trovò morte tragica a Persiceto» il 1° novembre 1922. É citato da Chiurco.
- Giuseppe
Spinelli morì a Bologna il 17 ottobre 1921 «in seguito alle ferite riportate in
un agguato».
- Andrea
Tabanelli morì il 2 agosto 1922 a Imola «mentre tentava d’arrestare» un
anarchico. In quel giorno, con altri fascisti, era impegnato in un'azione
politica per fare fallire lo sciopero nazionale organizzato dall'Alleanza del
lavoro. In uno scontro con alcuni scioperanti restò ucciso.
- Giulio
Onorato Toschi il 15 luglio 1921 venne «ucciso in agguato dai comunisti» a
Minerbio.
- Mario Carlo
Becocci. La biografia dice che morì il 4 novembre 1922, ma ignora la causa. Il
29 ottobre, durante l'occupazione di Bologna mentre era in atto la "marcia
su Roma", tentò con altri di disarmare due guardie regie. É citato da
Chiurco.
- Giovanni
Micheli morì a Modena, il 2 settembre 1921, «in un conflitto con le Guardie
Regie». É citato da Chiurco.
- Giancarlo
Nannini morì a Bologna il 29 ottobre 1922 «colpito in fronte da una palla
omicida, mentre invitava alla pace.
- Oscar
Paoletti morì a Bologna il 29 ottobre 1922 mentre, con Giancarlo Nannini e
altri squadristi, stava dando l'assalto alla caserma dei carabinieri di S.
Ruffillo. É citato da Chiurco.
- Orlando
Antonini morì il 24 gennaio 1921 a Modena, in uno scontro con gli antifascisti
Era nato a Sarsina (FO) e forse abitava a Bologna.
- Ezio Bosi,
che non era bolognese, fu ucciso a Modena il 26 settembre 1921, in uno scontro
con la Guardia regia. É citato da Chiurco.
- Pietro Poli
morì il 6 gennaio 1923 a Badia di Montepiano (Firenze) «in agguato tesogli dai
sovversivi».
- Ugo Argilli
morì a Imola il 18 luglio 1921.
- Edgardo
Gardi. Morì il 10 luglio 1921 a Imola.
- Gesù Ghedini
morì il 9 agosto 1920 a Medicina nel corso di uno sciopero.
- Alessandro
Baldini fu ucciso da un pregiudicato il 1° gennaio 1923 a Imola.
- Guido
Barbieri morì l'8 settembre 1926 in Libia «mentre inseguiva un gruppo di
beduini ribelli».
- Giovanni
Bisetti morì il 29 ottobre 1922 a Bologna. L'auto, sulla quale si trovava con
altri fascisti, si rovesciò a Corticella.
- Ettore
Buriani morì a Baricella il 16 aprile 1922 «in un agguato tesogli dai
sovversivi mentre rincasava». In quel giorno si recò a una festa popolare e
intimò ad alcuni presenti di togliersi il nastrino rosso che portavano sul
bavero della giacca, fu colpito alle spalle da un colpo sparato dall'esterno. É
citato da Chiurco.
- Celestino
Cavedoni il 27 maggio 1922 «Cadde ucciso dallo scoppio d’una bomba Sipe durante
un’azione in località Malcantone.
- Antonio
Dirani il 10 luglio 1923 «Morì per un colpo di moschetto sparatogli in un
tragico scontro con la forza pubblica». É citato da Chiurco.
- Luigi
Galanti. Il 14 ottobre 1925 a Imola «Cadde in un agguato, trucidato dai
sovversivi». I giornali dell'epoca scrissero che il 24 aprile 1921 era stato
aggredito dai sovversivi e che poteva essere morto per i postumi.
- Enrico
Lazzari il 28 febbraio 1922 a Castel S. Pietro Terme fu «ucciso da un
sovversivo.
- Luigi Morara
Sassi morì a Trieste il 29 agosto 1923 per cause non specificate. Il
settimanale fascista “L’Assalto” scrisse: «È stato brutalmente assassinato»,
senza fornire particolari. (N.35 del 1923). È citato da Chiurco.
- Gino Mori il
24 novembre 1922 a S. Lazzaro di Savena «fu assassinato sulla strada da tre
sovversivi appostati».
- Alberto
Nepoti il 29 ottobre 1922 ad Altedo (Malalbergo) venne “ucciso da una fucilata
in una corte colonica”
- Francesco
Pederzini morì il 10 settembre 1925 a Crevalcore.
- Oliviero
Poggi morì il 21 maggio 1922 a Bologna in «un conflitto con la forza pubblica a
Corticella».
- Raffaele
Prati, «bersagliato da ben trentadue agguati», morì a Minerbio il 12 novembre
1922 quando «dovette soccombere al male sopravvenuto dalle ferite».
- Piero Ranuzzi
morì a Bologna il 5 maggio 1921 «fra le braccia dei vecchi camerati e
squadristi». Era un avanguardista.
- Andrea
Stupazzini il 29 giugno 1921 «fu trovato impiccato in casa» a Bologna.
- Iginio
Tartuferi Perosci morì a Bologna il 22 febbraio 1925 «per malattia causata da
un incidente squadrista». É citato da Chiurco.
- Giorgio Tinti
morì il 30 maggio 1921 a Bologna «vittima di un agguato tesogli dai
social-comunisti».
- Claudio
Tugnoli il 22 febbraio 1925 a Bologna «fu ucciso in un conflitto in un caffè».
-Luigi Vaccari ucciso in uno scontro a fuoco i sovversivi il 28 agosto 1921 a Poggetto di S. Pietro in Casale.
- Walter
Vannini il 31 luglio 1924 a Bologna «Trovò una morte straziante in un incendio.
- Athos Vezzali
morì a Bologna il 29 ottobre 1922, mentre era in atto la "marcia su
Roma", «tornando dalla occupazione della Stazione ferroviaria». Il 30 ottobre.
- Amilcare Zannini il 29 dicembre 1922 a Ozzano Emilia «trovò la morte in un fatale incidente».
La qualifica
di caduto della “rivoluzione” era molto ambita perché il PNF ebbe sempre un
occhio di riguardo per i familiari. Nei pressi dello Stadio comunale –
nell’attuale via Irma Bandiera, un tempo via Camicie nere – furono costruiti
alcuni stabili destinati ai familiari dei caduti. Vedove e figli ebbero
agevolazioni e favoritismi per le assunzioni in impieghi statali o comunali.
Nella sede della Casa del Fascio, in via Manzoni, aveva l’ufficio
l’associazione delle famiglie dei caduti, la quale operò per tutto il
ventennio. «Hanno avuto molto», ci ha testimoniato Calimero Barilli che fu
redattore de “L’Assalto” e per lungo tempo capo dell’ufficio stampa del PNF
bolognese. Alcuni familiari ebbero la pensione, anche se non esisteva un
provvedimento legislativo a favore dei caduti della “rivoluzione”. Alla vedova
di Giulio Giordani – sulla cui qualifica di fascista esistono dubbi, come
abbiamo visto – fu concesso un «assegno straordinario annuale di L.10.000» con
il decreto governativo n.2.364 del 15 ottobre 1923.
Il desiderio di pacificazione è vano:
continua la serie dei martiri fascisti vittime della rabbia sovversiva. Ora è
la volta del pratese Federico Florio. Questo articolo apparve sul «Popolo
d'Italia a del 20 gennaio 1922:
1927
Novara: la Federazione dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra conferisce il diploma di socio ad honorem alle famiglie dei Caduti della Causa Nazionale.
IL SACRIFICIO DI VINCENZO ALFERANO
PIERINO FANTINI
LA TOMBA DI COMANDULLI GAETANO MORTO IL 13 NOVEMBRE 1919
LA TOMBA DI MENICHETTI AL CIMITERO DI PISA
UCCISO NELL'ECCIDIO DI VALDOTTAVO IL 25 MARZO 1921
LA LAPIDE IN RICORDO DI NINI GIOVANNI
POLLAK CARLO UCCISO A TRIESTE 4 AGOSTO 1919
Eccidio di Modena
Il 26 settembre 1921 otto patrioti cadevano sotto il piombo delle Guardie Regie a Modena che aprivano il fuoco contro un corteo fascista che muoveva per la città: Ezio Bosi, Duilio Sinigaglia, Umberto Carpignani, Alfredo Zulato, Aurelio Sanley, Gioacchino Gallini, Tullio Garuti, Micheli Giovanni.
Circa 600 fascisti emiliani e veneti invadono il centro di Modena per protestare contro l’atteggiamento della Pubblica Sicurezza cittadina; la polizia perseguita il movimento, eccedendo nell’applicare la legge. In serata un corteo non autorizzato tenta di occupare la Prefettura, il cui titolare è anch’esso da tempo nel mirino.. Guardie regie e fascisti si fronteggiano, ma è il passaggio del gagliardetto che fa precipitare la situazione; i fascisti pretendono che il commissario Cammeo e il suo vice, a capo delle poche Guardie regie presenti, si tolgano il cappello di fronte alle loro insegne. Dalle fila dei manifestanti, capeggiati dell’onorevole Marco Arturo Vicini, 47 anni, volano insulti e varie bastonate che colpiscono Cammeo e i suoi funzionari; in risposta le guardie aprono il fuoco poi devono ripiegare perché rischiano il linciaggio. Sul selciato restano 6 squadristi, il più giovane, Ezio Bosi da San Cesario sul Panaro, ha 17 anni; numerosi feriti, tra questi il deputato Vicini e alcuni agenti, la cui pattuglia deve asserragliarsi in caserma dove viene assediata. Meno di 2 ore dopo il prefetto, per paura che l’inevitabile rappresaglia fascista metta Modena a ferro e fuoco, fa arrestare Cammeo, il suo vice e gli agenti rimasti incolumi nello scontro. Per 3 giorni la città dovrà fermarsi, e lo stesso accadrà in molte altre zone che dovranno attuare una chiusura totale. Per i martiri di Modena ci saranno funerali imponenti alla presenza di Mussolini I funzionari finiranno a processo per 2 volte, venendo condannati a pene lievi per essersi difesi in modo troppo zelante; cadrà invece l’accusa di strage perché la Corte d’Assise "ammetterà" la responsabilità del Fascio nell’ innesco della sparatoria.
MODENA 27 -9-1931 DURANTE LA SFILATA PASSA IL FASCIO DI MODENA
LA TOMBA DI CATTANEO MARIO
ASSASSINATO A BORGO LAVEZZANO (NO) IL 22/09/1921
Manifesto del Fascio di combattimento di città di Castello (Pg)
CIMITERO SUBURBANO DI PISA
LA TOMBA DI GIOVANNI ZOCCOLI
Roma, Cimitero Verano la tomba di Carlo Grella
Inno fascista scritto da Grella Carlo
Cimitero monumentale, tomba di Gaetano Stirpe, nato a Sesse il 16/01/1903 assassinato in un agguato comunista il 24 Novembre 1922. Il diciannovenne Gaetano Stirpe, contadino della frazione di Suso, fu uno dei primi attivissimi squadristi sezzesi e per questo nel mirino dei sovversivi del paese. Il 24 Novembre 1922 cadde falciato dall’odio antifascista
Cimitero di Genova Staglieno l- a tomba di Corrado Quario
Interventista nella Grande Guerra, partì volontario nonostante fosse stato dichiarato inabile al servizio militare. Immediatamente dopo l’adunata di Piazza S. Sepolcro fondò, con altri camerati, il Fascio di Genova. Squadrista in Liguria volle entrare nella “Oberdan” di Milano. Costretto ad una lunga cura ricostituente volle comunque partecipare a varie azioni in Piemonte e in Liguria. La sua salute, compromessa irrimediabilmente, cedette, proprio da un’assemblea, il 24 ottobre 1922, alla vigilia della Marcia su Roma.
CIMITERO DI MEDA (MB)
Tomba dello squadrista Pietro Caronni
SACRARIO
FERRARA viale Cavour - La casa del fascio -
Fu inaugurata il 23 febbraio 1931. Con all’interno il Sacrario dei Martiri fascisti,
legati all'Eccidio del Castello Estense del 20 dicembre 1920.
CAGLIARI
STORIE DELLA VIGILIA: a Firenze
quando non c’erano solo ceffoni e pedate (Annibale Foscari)
(dal mio “Vecchio fascismo nostro”, Libreria Europa, Roma 2022)
POPOLO D'ITALIA - 10 NOVEMBRE 1934 - GENOVA

MILANO -"POPOLO D'ITALIA "- 8 NOVEMBRE 1934
"LA STAMPA" 12 LUGLIO 1921 -ASSASSINIO DI DARIO PINI
"LA STAMPA "
"LA STAMPA DELLA SERA" 6 MAGGIO 1935
LO STUDIO DI UGO PEPE, 21 ANNI - MILANO
colpito a morte il 22 Aprile del 1922 e spira il giorno 24